Storia della Massoneria moderna

Pur essendo indissociabile dalle sue più lontane origini, la storia della Massoneria, così come la conosciamo oggi, nasce all’alba del 18mo secolo e più precisamente il 24 giugno 1717 a Londra. In quel giorno, dedicato a San Giovanni Battista, patrono dei frammassoni, quattro Logge di Londra decidono di unirsi sotto la direzione di un Gran Maestro e si costituiscono in Gran Loggia sotto il titolo di “Gran Loggia di Londra”. La giovane Gran Loggia acquista subito grande considerazione, tanto che sei anni più tardi, nel 1723, data della ratificazione delle sue prime Costituzioni, accoglie sotto la sua giurisdizione almeno 45 Logge. Dal 1730 conta 106 Logge a Londra e più di 40 in provincia. Verso la fine del secolo, nel 1787, si contavano 529 Logge, senza considerare, naturalmente, le Logge d’Irlanda e di Scozia dove la Massoneria era presente ben prima del 1717.

Dal 1751 si produsse uno scisma che finì col dividere i Frammassoni inglesi in “Antichi” e “Moderni”. Gli Antichi, che non avevano voluto aderire alla Costituzione del 1723, si riferirono in maggioranza ai “landmarks” (regole e obblighi) della Loggia di York, che pretendeva di esistere sin dal 10mo secolo. Crearono dunque una seconda Gran Loggia, quella degli “Antichi”, composta per lo più da Irlandesi che si opponevano ai Massoni Moderni raggruppati nella Gran Loggia di Londra.

Un’altra opposizione si manifestò ancora con la costituzione in Francia di gradi massonici, detti gradi cavallereschi o alti gradi. Questa opposizione contribuì tra l’altro alla creazione, in Inghilterra, dell’Ordine dell’Arco Reale. La nascita di questi “alti gradi”, e la loro diversità, introdusse presto nuovi riti, la cui applicazione non poteva che contribuire a rafforzare ancora le divisioni in seno a questa Massoneria nascente.

La scissione tra Antichi e Moderni durò fino al 1813, anno in cui l’atto di fusione delle due Grandi Logge divenne ufficiale e la nuova Gran Loggia si diede il titolo di Gran Loggia Unita degli Antichi Massoni d’Inghilterra (oggi, Gran Loggia Unita d’Inghilterra). Fu allora deciso che nell’ antica e pura massoneria ci sarebbero stati soltanto tre gradi (apprendista, compagno, maestro). L’Ordine dell’Arco Reale fu riconosciuto e furono autorizzate le tenute dei Capitoli dei gradi cavallereschi, ma a condizione che non influenzassero in nessun modo le tenute delle Logge azzurre dei tre primi gradi della Massoneria tradizionale.

Infine, un anno più tardi, nel 1814, le tre Grandi Logge, d’Inghilterra, d’Irlanda e di Scozia firmarono un patto d’alleanza per la pratica dei tre primi gradi.

L’espansione

Sin dalla sua nascita, la massoneria speculativa aveva trovato, nell’ambito europeo e in Svizzera, paese che ci riguarda particolarmente, un terreno d’espansione tanto favorevole quanto in Inghilterra. E, una ventina d’anni dopo, essa si espanse rapidamente nel mondo, laddove le potenze europee d’allora avevano istallazioni militari o commerciali.

Superati i problemi della giovane età, la Massoneria moderna riuscì a strutturarsi un po’ ovunque sotto forma di obbedienze nazionali diverse, indipendenti le une dalle altre, e raggruppanti ognuna più Logge, esse pure indipendenti le une dalle altre. Questa diversità e questo aspetto mosaico delle Logge sono caratteristiche dello spirito massonico che rifiuta qualsiasi ingerenza dogmatica e lotta sempre in favore della libertà di pensiero.

Ripartita in una sessantina di Paesi (in generale, le dittature sia di destra, sia di sinistra, condannano la Massoneria, i cui ideali di libertà, uguaglianza e fraternità, eccessivamente democratici, sono giudicati sovversivi), la Massoneria conta attualmente, considerando tutte le obbedienze, più di sei milioni di membri.

La Costituzione del 1723

Come tutte le associazioni aventi i loro regolamenti e i loro statuti, così anche la Massoneria si è dotata sin dalle sue origini di regolamenti chiamati “obblighi”, “Doveri” o “Landmarks” [termini di confine] (questi ultimi si tramandavano per tradizione orale) per preservare i suoi adepti da ogni deviazione in rapporto all’antica filiazione tradizionale da cui essa procede.

I regolamenti e le costituzioni delle Logge sono d’ordine amministrativo e regolano la condotta morale del Massone in Loggia, condotta che ricade certamente sulla sua vita profana. Per contro, il Libro della Legge sacra (solitamente la Bibbia) che sta con la squadra e il compasso sullo scranno del Venerabile, è d’ordine iniziatico e simbolizza la luce verso la quale tende la ricerca spirituale del Frammassone.

I primi regolamenti o costituzioni ai quali si riferisce la Massoneria moderna sono le Costituzioni dette di Anderson, redatte nel 1721 dal teologo presbiteriano James Anderson e dal fisico Teofilo Désaguliers, ambedue cofondatori della Gran Loggia di Londra nel 1717. Esse furono ratificate il 17 gennaio 1723 dal duca di Wharton, allora Gran Maestro della Gran Loggia di Londra.

Per quanto appaia evidente che taluni passaggi di queste Costituzioni possano oggi suscitare qualche sorriso per il loro aspetto vecchiotto, riflesso di un’epoca nella quale, in Europa, ancora regnavano delle frange di assolutismo e d’Inquisizione, bisogna riconoscere che il loro concetto rimane molto “progressista” per l’epoca e interpreta molto bene le idee fondamentali della Massoneria. Leggendoli, occorre tener conto dello spirito e non della lettera. D’altra parte è per questa ragione che a queste Costituzioni fanno riferimento ancora oggi le Logge di tutto il mondo, anche se ogni obbedienza provvede ad aggiornare i propri regolamenti e costituzioni.

A titolo di confronto e per illustrare ciò che precede, facciamo seguire al testo originale delle Costituzioni del 1723 quello dei Principi massonici generali della Costituzione della Gran Loggia Svizzera Alpina, edizione del 1999.

Gli antichi doveri di un libero muratore,
estratti dagli antichi archivi delle Logge,
al di là dei mari, e quelle d‘Inghilterra, di Scozia
e d’Irlanda ad uso delle Logge di Londra,
per essere letti quando si fa un nuovo Fratello o quando il Maestro
lo riterrà opportuno.
I Capi generali sono:

Relativi a Dio e alla Religione.
Relativi al Magistrato Civile supremo e subordinato.
Relativi alle Logge.
Relativi ai Maestri, ai Sorveglianti, ai Compagni, agli Apprendisti.
Relativi alla maniera di comportarsi:

1. Nella Loggia quando essa è riunita.

2. Dopo che la Loggia ha chiuso i Lavori e i Fratelli non si sono ancora ritirati.

3. Quando i Fratelli si trovano insieme senza che fra di loro vi siano dei Profani, cioè coloro che non sono Massoni.

4. In presenza di Profani, cioè di coloro che non sono Massoni.

5. A casa e nelle vicinanze.

6. Verso il Fratello straniero.

Relativi a Dio e alla Religione.

Un Massone ha l’obbligo, in virtù del suo titolo, di obbedire alla legge morale; e se ben comprende l’Arte non sarà mai uno stupido Ateo, né un Libertino senza Religione. Negli antichi tempi i Massoni erano obbligati in ogni Paese di professare la Religione della loro Patria o Nazione, qualunque essa fosse; ma oggi, lasciando a loro stessi le particolari opinioni, si trova più a proposito di obbligarli soltanto a seguire la Religione sulla quale tutti gli uomini sono d’accordo: Essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti e persone d’onore qualunque sia il Credo che li distingue; da ciò se ne deduce che la Massoneria è il Centro di Unione e il Mezzo atto a conciliare una sincera Amicizia fra le Persone che non avrebbero mai potuto senza di ciò, divenire componenti della stessa Famiglia.

Relativi al Magistrato Civile supremo e subordinato.

Il Massone, ovunque egli si trovi, deve essere un pacifico Suddito della Potenza Civile ove risiede e lavora. Non deve mai immischiarsi in complotti o Cospirazioni contrarie alla pace e al bene di una Nazione. Esso deve obbedienza ai Magistrati. Siccome la Guerra, l’Effusione di Sangue e la Confusione hanno sempre nuociuto alla Massoneria, gli antichi Re e i Principi sono stati sempre più disposti ad incoraggiare gli aderenti a tale Professione per il loro pacifico umore e la loro fedeltà. Per tale ragione essi risponderanno con le loro azioni alle malevolenze degli Avversari, e così facendo essi accresceranno ogni giorno l’onore della Fraternità che ha sempre fiorito in tempo di Pace. È per questo che qualora un Fratello si ribellasse allo Stato non dovrà essere sostenuto nella sua ribellione. Pertanto si potrà averne pietà, come per un disgraziato; e per quanto la fedele Fraternità debba sconfessare la sua ribellione e non debba dare in avvenire né ombra, né provocare il benché minimo risentimento politico del Governo, se il ribelle non è colpevole di altro Crimine, non potrà essere escluso dalla Loggia e il suo rapporto con essa resterà immutato.

Relativi alle Logge.

Una Loggia è un luogo dove i Massoni si riuniscono per lavorare; da questo se ne deduce che un’Assemblea o Società di Massoni dovutamente costituita è chiamata Loggia. Ogni Fratello deve dipendere da una di tali Logge ed essere sottoposto ai suoi Statuti ed ai Regolamenti generali. Essa è o particolare o generale come meglio si comprenderà sia frequentandola sia dai Regolamenti della Grande Loggia qui a seguito riportati. Anticamente nessun Maestro o Compagno poteva astenersi dal presenziare nella sua Loggia particolare quando sapeva che essa si riuniva, senza incorrere in una severa censura, salvo che nel caso in cui risultava al Maestro ed ai Sorveglianti che esso ne era stato impedito da ragioni imperiose.

Coloro che sono ammessi ad essere Membri di una Loggia devono essere persone di buona reputazione compresi di onore e di dirittura, nati liberi e di età matura ed essere discreti. Essi non debbono essere né schiavi, né donne, né uomini che vivono senza morale, od in un modo scandaloso.

Relativi ai Maestri, Sorveglianti, Compagni ed Apprendisti.

Tutte le promozioni massoniche sono determinate unicamente dal valore reale e dal merito personale; e ciò affinché i Signori possano essere ben serviti, i Fratelli non siano esposti ad alcuna confusione e che l’Arte Reale non cada nel disprezzo. Non è possibile fissare per iscritto questioni del genere. Ma ogni Fratello deve immedesimarsi del posto che occupa e cercare di imparare secondo quella maniera che è caratteristica della Fraternità.

I Candidati possono soltanto sapere che nessun Maestro può prendere un Apprendista salvo che nel caso che abbia modo di occuparlo e che sia veramente un buon Giovanotto, che non ha mutilazioni né difetti nel corpo che possano renderlo incapace di apprendere l’Arte, di servire il Signore del Suo Maestro, e di essere fatto Fratello, ed in seguito Compagno quando ne sarà il tempo, cioè dopo aver servito un certo numero di anni, conformemente all’uso del Paese. Oltre a ciò bisogna che egli discenda da onesti Parenti, affinché, quando egli avrà raggiunte le qualità richieste possa partecipare all’onore di essere fatto Sorvegliante, ed in seguito Maestro di una Loggia, Grande Sorvegliante e infine Gran Maestro di tutte le Logge e ciò in virtù del suo merito.

Nessun Fratello potrà essere Sorvegliante senza essere passato per il Grado di Compagno, né Maestro a meno che non sia stato Sorvegliante, né Gran Sorvegliante salvo che sia stato Maestro di una Loggia, né Gran Maestro salvo che egli non sia stato Compagno prima della sua elezione; o che egli non sia di nobile nascita o Gentiluomo della migliore sorta, o Sapiente di primo ordine, o famoso Architetto, o brillante artista, nato da onesti Parenti e che, secondo l’opinione di tutte le Logge, è considerato persona di merito particolare. Il Gran Maestro, per potersi disimpegnare dal suo Officio e per poterlo fare in un modo più facile e con maggiore onore, ha il diritto di scegliersi lui stesso il proprio Deputato Gran Maestro, che deve essere al momento o deve esserlo stato precedentemente, Maestro di una Loggia particolare.

Il Deputato ha il Privilegio di fare tutto ciò che il Gran Maestro suo Principale potrebbe fare, salvo che nel caso che esso Gran Maestro sia presente o che non interponga la sua autorità con una lettera.

I Conduttori ed i Governanti Supremi e subordinati della Antica Loggia, debbono, in conformità agli Antichi Obblighi e ai Regolamenti, essere obbediti da tutti i Fratelli così come se coprissero le corrispondenti cariche, e ciò con devozione, riverenza, amore e piacere.

Relativi alla condotta dell’Arte mentre si lavora.

Tutti i Massoni dovranno lavorare onestamente nei giorni lavorativi, affinché essi possano vivere onorabilmente le Domeniche e i giorni di festa; e osserveranno gli orari prescritti dalle Leggi del Paese o dalle consuetudini locali.

Il più esperto fra i Compagni verrà scelto e creato Maestro o Ispettore dei lavori del Signore, e dovrà essere chiamato Maestro da coloro che lavorano sotto di lui. I Compagni dovranno evitare i cattivi discorsi e non darsi reciprocamente dei titoli scortesi; essi debbono chiamarsi Fratelli o Compagni e comportarsi con cortesia sia in Loggia come fuori.

Il Maestro, sentendosi capace e destro, intraprenderà l’opera del Signore con tutto quell’impegno che sarà possibile; egli utilizzerà i di lui Beni con tanta cura quanta ne avrebbe se fossero i suoi, e non darà ad un Fratello o a un Apprendista Salario maggiore di quanto esso merita realmente.

Tanto il Maestro quanto i Muratori che ricevono il loro salario con giustizia, saranno fedeli al Signore, e finiranno il loro lavoro onestamente, sia esso a cottimo o a giornata; ed essi non faranno a cottimo nessun lavoro che per consuetudine deve essere fatto a giornata.

Nessuno si dimostrerà invidioso della fortuna di un Fratello; non cercherà di soppiantarlo né di estrometterlo dal suo lavoro se è capace di terminarlo da solo, tanto più che nessuno può condurre a compimento un Lavoro, con profitto del Signore, meglio di colui che lo ha intrapreso, salvo che non abbia una perfetta conoscenza del disegno e del piano di colui che lo ha cominciato.

Quando un Compagno sarà prescelto quale Sorvegliante del Lavoro al di sopra del Maestro, esso sarà fedele tanto al Maestro quanto ai Compagni, visiterà accuratamente l’opera durante l’assenza del Maestro nell’interesse del Signore, e i Fratelli dovranno obbedirgli.

Tutti i Muratori impiegati riceveranno settimanalmente i loro salari, senza mormorare e senza ammutinarsi, ed essi non abbandoneranno il loro Maestro sino a che il lavoro non sia ultimato.

Un nuovo Fratello verrà istruito sul modo di lavorare tanto per evitare lo sperpero dei Materiali per mancanza di giudizio quanto per accrescere e cementare l’Amore fraterno.

Tutti gli utensili di cui si servirà per lavorare saranno approvati dalla Grande Loggia.

Nessun Operaio verrà impiegato in ciò che concerne propriamente la Muratoria, ed i Frammassoni non lavoreranno con coloro che non sono tali, senza una imperiosa necessità; parimenti non istruiranno gli Operai ed i Muratori che non sono accettati come Fratelli o Compagni.

Relativi alla maniera di comportarsi.

1. Nella Loggia quando essa è riunita.
Voi non farete dei gruppetti particolari o delle conversazioni separate senza il permesso del Maestro; voi non parlerete di nessuna cosa impertinente o indecente; voi non interromperete né il Maestro né i Sorveglianti, né alcun Fratello mentre parla con il Maestro; voi non vi comporterete in modo burlesco o buffonesco mentre la Loggia tratta questioni serie o solenni, e voi non vi servirete di nessun termine scorretto sotto qualsiasi pretesto. Al contrario voi avrete per il Maestro, i Sorveglianti e i Compagni tutta la riverenza che è loro dovuta, e voi li colmerete di onori.

Se è stata presentata qualche lagnanza, il Fratello ritenuto colpevole si rimetterà al giudizio e al deliberato della Loggia ove sono i giudici competenti in merito alla divergenza, salvo che egli ricorra alla Gran Loggia. È là che devesi ricorrere salvo che il Lavoro del Signore non venga per questo ritardato, nel qual caso potranno essere nominati degli Arbitri particolari; ma non bisogna mai querelarsi contro chicchessia per ciò che concerne la Massoneria se non quando la Loggia lo giudica di assoluta necessità.

2. Dopo che una Loggia ha chiuso i lavori e prima che i Fratelli si siano ritirati.
Voi potete rallegrarvi in modo innocente, trattarvi gli uni gli altri secondo le vostre capacità, ma sempre evitando qualsiasi eccesso, e senza forzare nessun Fratello a mangiare o bere più di quanto egli non voglia; voi non impedirete di ritirarsi quando le cose sue lo richiedono, e voi non direte né farete cosa alcuna che possa offenderlo o impedire la facilità e la libertà della conversazione. In caso diverso questa bella armonia, che deve regnare fra di noi, perderebbe una parte del suo splendore, e lo scopo lodevole che noi ci proponiamo andrebbe perduto. Non debbono mai sorgere questioni di puntiglio o questioni personali nel luogo ove si tiene la Loggia, e ancora meno discussioni relative alla Religione, alla Nazionalità o alla Politica dello Stato, poiché nella nostra qualità di Massoni noi siamo tutti della Religione Universale di cui abbiamo parlato; così pure noi siamo di tutte le Nazioni e le Lingue e di tutte le Famiglie; di più noi siamo contrari a tutti coloro che parlano di politica, poiché essa è cosa che non si accorda né si accorderà mai con la prosperità di una Loggia. Questo obbligo è sempre stato imposto e osservato, ma lo è in modo particolare dopo la Riforma adottata in Gran Bretagna, o per dirlo in altro modo dopo che questa Nazione si è dichiarata di sentimento contrario alla comunione di Roma da cui si è separata.

3. Quando dei Fratelli si trovano insieme in assenza di Profani per quanto non siano in una Loggia.
Voi dovete salutarvi in modo civile, così come vi si insegnerà, trattandovi l’un l’altro da Fratelli; e voi vi darete delle reciproche istruzioni quando ciò sia opportuno. Ma ciò dev’essere fatto senza essere né visti, né intesi, senza eccedere in confidenze, cioè senza perdere quel rispetto che è dovuto ad un Fratello quando questi non sia un operaio; poiché per quanto tutti i Massoni siano Fratelli sullo stesso livello, la Massoneria non priva un uomo di quegli onori di cui egli godeva in precedenza, anzi essa li pone in valore, specialmente se esso si è meritata la gratitudine della Fraternità, la quale deve rendergli i dovuti onori ed evitare le cattive maniere.

4. In presenza di Profani.
Voi sarete circospetti nel vostro dire e nei vostri atti in modo che il Profano il più accorto non possa scoprire o trovare ciò che non è opportuno di fare capire, e qualche volta cambierete di discorso mantenendovi inconcludenti e ciò per l’onore della Venerabile Società.

5. A casa e nelle vicinanze.
Voi dovete comportarvi quali uomini di buoni costumi e persone sagge, e soprattutto non dovete far conoscere alle vostre Famiglie, ai vostri Amici e ai vostri Vicini quanto concerne la Loggia ecc. Anzi, al contrario, voi dovete consultare saggiamente il vostro onore e quello dell’Antica Fraternità, per delle ragioni di cui non è il caso di fare menzione qui. Voi dovete pure avere cura della vostra salute, e non restare assieme troppo sul tardi, né troppo lontano dalla vostra abitazione, dopo che la Loggia ha chiuso i suoi Lavori, evitando la ghiottoneria e l’ubriachezza, in modo che voi non abbiate a far torto alle vostre Famiglie rendendovi incapaci di lavorare.

6. Verso un Fratello straniero.
Voi ne farete oggetto di un particolare esame e seguirete in ciò il metodo che la Prudenza vi suggerirà, in modo da non lasciarvi ingannare da un falso pretendente pieno di ignoranza che voi dovrete respingere con disprezzo e derisione; e avrete ben cura di non comunicargli il minimo raggio di luce.

Ma quando vi sarete accertati che esso è un buon e vero Fratello, dovrete rispettarlo e se egli si trova in bisogno dovrete aiutarlo se lo potete oppure indicargli come possa essere aiutato; voi dovrete pure dargli lavoro per qualche giorno, oppure raccomandarlo affinché possa trovarne. Voi non siete obbligati di fare più di quanto potete, ma di preferire un povero Fratello che è un buono e onesto uomo a qualsiasi altra persona che si trovasse nelle stesse circostanze. Infine, voi osserverete non soltanto questi obblighi come pure quelli che vi saranno comunicati per altra via, ma oltre a ciò voi coltiverete l’Amore Fraterno che è il fondamento e la pietra maestra, Cemento e Gloria di questa antica Fraternità. Voi eviterete Discussioni, Querele, Maldicenze, Calunnie; non permetterete mai che altri dicano male di un onesto Fratello; per contro voi ne difenderete la reputazione e gli renderete ogni sorta di buoni uffici tanto quanto il vostro onore e la vostra sicurezza lo permettono, ma non oltre. E se qualcuno dei vostri Fratelli vi fa un torto, voi dovrete rivolgervi alla vostra Loggia o alla sua, e di là potrete ricorrere alla Gran Loggia, in uno dei giorni della comunicazione di Quartiere. Dopo di ciò voi siete in diritto di ricorrere alla Grande Loggia annuale, conformemente alla lodevole pratica dei nostri Padri in tutti i Paesi; essi non perseguivano mai nessuno in giustizia, salvo che il caso non potesse essere deciso diversamente, ma essi ascoltavano pazientemente il parere sincero e amorevole del Maestro e dei Compagni, quando essi volevano impedire di attaccare degli stranieri impegnandoli invece a porre prontamente fine a qualsiasi procedura; ciò affinché essi possano dedicarsi al Lavoro massonico con maggiore piacere e maggiore successo. Ma, per ritornare ai Fratelli o Compagni che sono in Processo, il Maestro e i Fratelli debbono obbligatoriamente offrire la loro mediazione, alla quale i Fratelli che sono in contestazione dovranno sottomettersi ed essere loro riconoscenti. Ma se essi ritenessero questa sottomissione impossibile essi potranno continuare il loro processo, ma non con reciproca indignazione come si fa comunemente, ma senza collera, senza rancore, non dicendo né facendo nulla che possa ostacolare l’amore fraterno e continuando a rendersi dei buoni offici.

In una parola, occorre che si riconosca ovunque la benefica influenza della Massoneria, che costituisce la sola ragione per cui tutti i veri Massoni hanno agito in questo modo, dal principio del Mondo, ed agiranno nello stesso modo sino alla fine dei Tempi.

Questa Costituzione fu in seguito rimaneggiata due volte. La prima volta fu in occasione della riedizione del 1738 quando la Gran Loggia di Londra, divenuta la Gran Loggia d’Inghilterra, si trovò di fronte all’opposizione degli “Antichi” Massoni. Questa opposizione si organizzò realmente il 17 luglio 1751, quando i Massoni irlandesi, rifiutati dalla Gran Loggia d’Inghilterra, crearono la Gran Loggia degli Antichi. Di fronte all’aumentare della opposizione, Anderson precisò meglio il suo testo e soprattutto l’articolo primo.

Ecco l’articolo primo rimaneggiato nel 1738:

Un Massone ha l’obbligo, in virtù del suo Titolo, di obbedire alla legge morale come un vero noachita; e se egli ben comprende l’Arte non sarà mai né uno stupido ateo, né un irreligioso libertino, né agirà in contraddizione con la sua coscienza.

Negli antichi tempi i Massoni cristiani erano tenuti, in ogni paese in cui viaggiavano o lavoravano, a sottomettersi alle tradizioni cristiane. Ma poiché ora la Massoneria esiste presso tutti i Popoli, anche presso quelli con altre religioni, essi sono tuttavia tenuti a seguire quella religione nella quale tutti gli uomini sono d’accordo, lasciando ad ognuno le proprie opinioni particolari, vale a dire di essere uomini buoni e sinceri, o uomini d’onore e probi, poiché non importa quali siano le definizioni o le credenze che li distinguono: poiché tutti concordano sui tre grandi articoli di Noè e questo basta per preservare l’unione nella Loggia. Così la Massoneria è il centro della loro unione e il mezzo atto a conciliare delle persone che avrebbero dovuto, altrimenti, restare sempre lontane le une dalle altre.

Tra il 1723 e questa nuova redazione del 1738, altre modificazioni erano state fatte nel corso dell’evoluzione della Massoneria, e in particolare l’apparizione del sistema dei tre gradi. Prima c’erano solo due gradi, quelli dell’Apprendista ammesso e di Compagno del mestiere. L’unico Maestro in Loggia era il capo della Loggia attualmente chiamato Venerabile. Il grado di Maestro, separato dalla funzione di Maestro della Loggia, apparve nel 1725. In seguito, la leggenda della morte di Hiram, propria del terzo grado, soppianterà progressivamente nei rituali quella di Noè. D’altra parte l’allusione a Noè e ai Noachiti che si trova nella nuova edizione delle Costituzioni del 1738 pare fosse una concessione fatta da Anderson agli Antichi.

L’allusione a Noè, in effetti molto antica, già la si trova nel manoscritto Regio del 1390, nel passo che si riferisce alla costruzione della Torre di Babele. Noè e i Noachiti sono pure sopravvissuti, grazie soprattutto all’influenza prussiana, nella leggenda del 21mo grado, Noachita o Cavaliere Prussiano del Rito Scozzese Antico ed Accettato (RSAA).

L’articolo 1° delle Costituzioni venne rimaneggiato una terza volta nel 1813. Ecco il nuovo testo:

Un Massone ha l’obbligo, per il suo titolo, di obbedire alla legge morale e se comprende bene l’Arte, non sarà mai uno stupido ateo, né un irreligioso libertino. Di tutti gli uomini, egli deve meglio comprendere che Dio vede in modo diverso di come vede l’uomo, poiché l’uomo vede l’apparenza esteriore, mentre Dio vede il cuore. Un Massone è per conseguenza tenuto particolarmente a non agire mai in contraddizione con i comandamenti della sua coscienza. Qualunque sia la religione dell’uomo o il suo modo di adorare, non sarà escluso dall’Ordine, purché creda nel glorioso Architetto del cielo e della terra e pratichi i sacri doveri della morale. I Massoni si uniscono agli uomini virtuosi di tutte le credenze con il legame solido e gradito dell’amore fraterno; si insegna loro di considerare gli errori dell’umanità con compassione e a sforzarsi, con la purezza della propria condotta, di dimostrare l’alta superiorità della fede particolare ch’essi professano.

Per riferirci allo spirito del testo del 1723 e porre in evidenza il suo carattere eminentemente “progressista” per l’epoca, vi invitiamo a confrontarlo con i Principi Generali dell’attuale Costituzione (Edizione 1999) della Gran Loggia Svizzera Alpina.

Il manoscritto Regio

Le antiche confraternite di costruttori del Medioevo, che riunivano i cosiddetti “francs-mestiers” della costruzione, erano costituite da uomini liberi, che, grazie al potere reale, beneficiavano cioè di franchigie fiscali ed erano esentati dell’obbligo di prestazioni gratuite al signore. Da ciò discende il termine “frammassoni” che in realtà significa “liberi muratori”. Il termine libero muratore o “freemason” è attestato in Inghilterra sin dal 1376. Lo si trova pure nei manoscritti medievali chiamati “Antichi Doveri” (Old Charges), come il Regio e il Cooke.

Il Regio è un lungo poema redatto in inglese antico apparso verso il 1390, menzionato per la prima volta nel 1670 in un inventario della biblioteca John Theyer che fu venduta a Robert Scott nel 1678.

In seguito il manoscritto diventò proprietà della Biblioteca reale – da cui il nome di Regio – dove rimase fino al 1757, anno in cui re Giorgio II d’Inghilterra lo donò al British Museum.

Il manoscritto Cooke si presenta come una versione parallela del Regio, ma è in prosa. Sarebbe datato del 15mo secolo, approssimativamente tra il 1410 e il 1425. Il testo di questo manoscritto tratta dell’arte della geometria, scienza divina e terrestre, la cui applicazione al mestiere si chiama “massoneria”. Designa anche delle regole di condotta e dei doveri che la gente del mestiere, i frammassoni, devono rispettare verso la confraternita, la società, la religione e lo Stato.

La prima parte del Regio tratta dell’arte della geometria e dell’origine del mestiere, la Massoneria, la cui fondazione è attribuita al matematico greco Euclide che viveva ad Alessandria d’Egitto nel terzo secolo

a.C.

Ecco un estratto che si riferisce a questa fondazione attribuita a Euclide:
Così, gemmata dalla geometria,
bella nascesti tu, massoneria.
Ti diede linfa Euclide ed è l’Egitto
che d’esser patria tua vanta il diritto.
Ed in Egitto Euclide insegnò l’arte
a lungo, e in molte terre, in ogni parte,
prima che questa – come poi s’apprese –
accolta fosse qui, sul suolo inglese.

Il manoscritto continua, sempre in versi, raccontando l’introduzione della Massoneria in Inghilterra sotto il Re Atelstano, indi con l’enumerazione dei Doveri del Frammassone in quindici articoli e quindici punti, che già riflettono l’ideale di perfezionamento morale della Massoneria moderna.

Passa in seguito alla recita mitica dei Quattro Coronati (Quatuor Coronati) e a quella della costruzione della Torre di Babele; continua con la presentazione delle sette arti liberali (grammatica, dialettica, retorica, musica, astronomia, aritmetica e geometria) che all’epoca costituivano la base della conoscenza. Poi si dilunga sulla messa e sul modo di comportarsi in chiesa, e infine chiude dando istruzioni sul buon comportamento e sulle belle maniere.